Cultura

WETOO, un documentario per dare voce alle donne nel mondo della ricerca

di Claudia Acquistapace

4 minuti

Un documentario sulle donne nella scienza, che parli di donne che la scienza la fanno. Dove e come è nata questa idea?

Ricordo una passeggiata a Vancouver, insieme alla mia grande amica e collega Paloma Borque, durante una conferenza dell’American Meteorological Society. Noi due sedute a osservare le barche e chiederci perché siamo così poche a fare scienza e, soprattutto, perché, a un certo punto, diventiamo invisibili. Ricordo di aver contato con lei quanti uomini e quante donne avevano ricevuto una presentazione orale e quanti un poster, ricavandone l’ennesima amara conferma. Guardando adesso indietro a quei giorni, non saremmo state buone scienziate se non ci fossimo chieste il perché di questi numeri, se non avessimo voluto affondare nelle ragioni di questa disparità.

E, infatti, da quella conferenza una serie di domande hanno iniziato a materializzarsi, incalzanti. Perché le donne a un certo punto se ne vanno, lasciando delle brillanti carriere a cui hanno dedicato molte energie? Che succede? Sì, facciamo dei figli. E poi? È solo questo o c’è anche altro? Come ci sentiamo nel mondo scientifico? Ma io appartengo davvero a questa pazza congrega di scienziati? Ogni domanda ne richiamava una più ampia, coinvolgeva persone, cercava un’uscita.

L’idea di un documentario video probabilmente è nata in una delle pause pranzo all’Istituto di geofisica e meteorologia dell’Università di Colonia, dove lavoro, mentre, con le mie due colleghe Thirza e Annika, cercavamo di dare un corpo al bisogno di risposte e di confronto con altre scienziate. Ascoltare cosa pensano le donne, in particolare cosa pensano loro del fatto di essere così poche: come si sentono? Cosa suggeriscono alle ragazze di oggi, o alle loro figlie? Dare voce alle donne, perché il pensiero delle donne, storicamente spesso trascurato, zittito, omesso, su questo tema io non lo avevo ancora sentito.

Per farla breve, abbiamo iniziato a studiare i numeri, leggere articoli scientifici che analizzano i dati, e indagano le ragioni, e alla fine ho scritto un progetto per ottenere dei finanziamenti dalla commissione per le pari opportunità dell’Università di Colonia. Era il 2 Marzo 2020. Primo progetto, bocciato. Ma come bocciato?! Urlavo dentro di me, ero arrabbiata e offesa, pronta ad attivare un crowdfunding e mettermi a ballare nelle strade per racimolare i fondi, quasi mi avessero fatto un torto personale. Di fatto la commissione voleva soltanto migliorare il progetto, ma io non vedevo le cose che avevo sotto il naso. Fortunatamente, grazie a Dario Valenzano e Susanne Crewell e anche, in minima parte, al fatto che io difficilmente mi arrendo, ho sottomesso una nuova versione ampliata ed estesa per coinvolgere anche altri dipartimenti dell’ Università, che è stata finalmente approvata.

Pensavo che la strada fosse in discesa quando è arrivata la pandemia mondiale. Il COVID ha deciso che il documentario doveva aspettare ancora un anno. Adesso guardo indietro, al mese scorso, e torna l’emozione enorme che è stata finalmente vivere questo progetto accompagnata da Valeria Lo Meo, in qualità di videomaker. Incontrare Natalia, Homa e Anna, le tre scienziate che hanno deciso di raccontarsi con noi. Parlare con ciascuna di loro, confrontarsi, ascoltare le storie di ciascuna, spesso incredibili e molto diverse.

Sebbene le cose siano migliorate in questi anni per i primi step di carriera nelle discipline STEM, il numero di donne nelle posizioni di leadership non è cambiato per niente, e rimane basso, lasciando le donne sottorappresentate. Alcune, immerse in questo sistema, ci raccontano la loro esperienza e le loro idee per affrontare questa situazione. Con queste storie, con questo video-racconto, vogliamo raggiungere tutte le ragazze che a un certo punto, come me, si sono fermate e si sono fatte delle domande, incerte sulla direzione da prendere. Natalia, Homa e Anna sono tre esempi di equilibri instabili tra passioni, ambizione, desiderio di famiglia e vita di coppia. Ci mostrano come le risposte non sono certe e le soluzioni sono infinite. Ci indicano che nessuna di noi è sola con le proprie paure e i propri dubbi. Le interviste, infatti, mettono a fuoco problematiche comuni e soluzioni possibili, che è venuto il momento di applicare.

Le cose devono cambiare, è tempo, finalmente.





Claudia Acquistapace ha conseguito la laurea triennale in fisica generale presso l’Università di Pisa, seguita dalla laurea specialistica in fisica con indirizzo in meteorologia e fisica delle nubi presso l’Università di Bologna. Dopo aver completato il suo dottorato di ricerca in meteorologia, ha svolto un primo post-doc che consisteva nella validazione della descrizione dei processi dello strato limite nel modello ICON-LEM. Attualmente, sta lavorando a un suo progetto di ricerca che si concentra sulla descrizione della formazione della pioggia nella zona dei tropici. Parallelamente, si occupa di comunicazione scientifica in qualità di manager per la PROBE COST Action e il progetto Wetoo.

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