Società

e-lezioni22 | Le coalizioni elettorali

di Marco Improta

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Le coalizioni elettorali in Italia derivano dalle regole del gioco: cioè il sistema elettorale. L’Italia è il paese europeo che ha cambiato più volte sistema elettorale, passando da un sistema puramente proporzionale dal 1948 al 1992, fino a sistemi misti dal 1993 in poi. I sistemi elettorali incidono sulle strategie dei partiti perché alcune regole incentivano le forze politiche a coalizzarsi, mentre altre favoriscono la scelta di presentarsi in solitaria. Per molti anni, durante la seconda repubblica (1994-2012), il sistema elettorale ha favorito la formazione di coalizione pre-elettorali, tradizionalmente due poli – uno di centrodestra e uno di centrosinistra – in competizione tra loro.


L’attuale legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, favorisce la creazione di coalizioni elettorali per due motivi principali: la competizione nei collegi uninominali e la soglia di sbarramento. Nel primo caso, la competizione nei collegi uninominali implica che un solo candidato esca vincitore. Dunque, data l’elevata competitività, i partiti hanno incentivi a coalizzarsi per convergere su un solo candidato, aumentando le chances di vittoria. Se infatti, ad esempio, il centrosinistra dovesse presentare due candidati e il centrodestra un candidato unitario, le chances di vittoria del centrodestra in un determinato collegio aumenterebbero dato il rischio di “dispersione” del voto nello schieramento avversario. La soglia di sbarramento è invece una percentuale minima da raggiungere per ottenere seggi. Questa soglia non è un problema per partiti maggiori, ma è un ostacolo rilevante per i partiti minori, che sono dunque incentivati a coalizzarsi.

Le coalizioni elettorali spesso non si traducono nelle coalizioni di governo. Come è accaduto nella legislatura corrente, liste che si sono presentate in coalizione hanno poi scelto di formare governi con partiti di schieramento opposto. Il caso esemplare è il governo Conte I, formato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega. Anche se il sistema italiano presenta numerose peculiarità, questi processi possono essere riscontrati anche in diversi sistemi politici. In paesi come Belgio e Olanda, ad esempio, la formazione dei governi dopo le elezioni raggiunge anche un anno di tempo, data la complessità nel raggiungere accordi di coalizione. È ad ogni modo molto probabile che le coalizioni elettorali che osserviamo oggi non si traducano poi in stabili coalizioni di governo.



Marco Improta è attualmente dottorando di ricerca in Politics e Teaching Assistant presso la Luiss Guido Carli. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Visiting Research Fellow presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Hebrew University of Jerusalem, in Israele, e al momento è Visiting Research Student presso il Dipartimento di Politics e International Relations presso l’Università di Oxford. Ha conseguito una laurea triennale in scienze internazionali e diplomatiche presso l’Università di Bologna – Campus di Forlì e successivamente una laurea magistrale in governo e politiche presso la Luiss. È autore di contributi pubblicati in volumi e riviste scientifiche riguardanti governi, partiti ed elezioni. Inoltre, collabora come ricercatore presso il CISE ed è membro di diverse associazioni scientifiche nazionali ed internazionali, tra cui IPSA, CES, SISP, SISE, ISPSA ed ECPR.

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