Il governo Draghi, che si occuperĂ della gestione degli affari correnti fino alle elezioni, era nato come esecutivo di unitĂ nazionale, sostenuto cioè da unâampia maggioranza parlamentare e da quasi tutte le forze politiche. Dopo la caduta del governo Conte II, infatti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva richiamato i partiti ad un atto di responsabilitĂ , per scongiurare turbolenze in ambito economico e nella gestione della pandemia. Nonostante lâiniziale supporto a Draghi da parte delle forze politiche di governo, lâavvicinamento delle elezioni ha inevitabilmente modificato gli incentivi e i disincentivi dei partiti, provocando la terza crisi di governo di questa legislatura. Le crisi di governo in Italia rappresentano ormai una caratteristica strutturale del nostro sistema politico e la loro frequenza incide in modo decisivo sulla instabilitĂ dei governi italiani (durata media: 1 anno).
I protagonisti della crisi di governo sono prevalentemente quattro: Giuseppe Conte (M5S), Matteo Salvini (Lega), Silvio Berlusconi (Forza Italia) e lo stesso Mario Draghi. Conte è il âfirst moverâ della crisi. Ha mosso infatti per primo le pedine nella scacchiera, segnalando lâinsoddisfazione del Movimento 5 Stelle riguardo la gestione di alcuni temi come il salario minimo e il reddito di cittadinanza. Lâinsoddisfazione si è tradotta nella mancata partecipazione del gruppo pentastellato alle votazioni sul Decreto Aiuti, impalcatura fondamentale dellâazione di governo. Al di lĂ degli aspetti tecnici, si è trattato di un segnale dâallarme per Draghi, che si è presentato da Mattarella per dimettersi. Rifiutando le dimissioni, Mattarella ha avviato la âparlamentarizzazioneâ della crisi: Draghi si è presentato alle camere e le forze politiche hanno dovuto comunicare la loro posizione in assemblea.
Il discorso di Draghi in parlamento modifica lo scenario. Il discorso infatti non è solo rivolto a criticare il comportamento del M5S, ma vi sono critiche anche per i partiti del âcentrodestra di governoâ (Forza Italia e Lega). AnzichĂŠ mitigarsi, la crisi dunque si inasprisce con la defezione da parte di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che contribuiscono a âstaccare la spinaâ al governo. Alla base della crisi, dunque, vi sono due spiegazioni principali. Da un lato, lâesigenza di natura elettorale da parte del M5S di riguadagnare consensi presentandosi come forza anti-sistema e da parte di Forza Italia e Lega di anticipare la probabile formazione di un governo di centrodestra. Dallâaltro lato, la sostanziale indisponibilitĂ di Mario Draghi di partecipare al gioco della politica, segnalata tramite un discorso in parlamento tuttâaltro che disponibile alla ricucitura degli strappi creatisi.

Marco Improta è attualmente dottorando di ricerca in Politics e Teaching Assistant presso la Luiss Guido Carli. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Visiting Research Fellow presso il Dipartimento di Scienze Politiche della Hebrew University of Jerusalem, in Israele, e al momento è Visiting Research Student presso il Dipartimento di Politics e International Relations presso l’UniversitĂ di Oxford. Ha conseguito una laurea triennale in scienze internazionali e diplomatiche presso l’UniversitĂ di Bologna – Campus di ForlĂŹ e successivamente una laurea magistrale in governo e politiche presso la Luiss. Ă autore di contributi pubblicati in volumi e riviste scientifiche riguardanti governi, partiti ed elezioni. Inoltre, collabora come ricercatore presso il CISE ed è membro di diverse associazioni scientifiche nazionali ed internazionali, tra cui IPSA, CES, SISP, SISE, ISPSA ed ECPR.