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Osservatorio HR 2023: le professionalità digitali sono le più richieste

di Redazione

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In occasione del convegno “Vita, lavoro, felicità: disegnare una nuova relazione tra organizzazione e persone” tenutosi l’11 maggio presso il Politecnico di Milano sono stati resi noti i risultati della Ricerca 2023 dell’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico dedicata al processo di trasformazione dell’ambito risorse umane. Tra le tendenze più significative troviamo quella delle grandi dimissioni, il trend dei quiet quitter e la grande richiesta di competenze nel settore digitale che si scontra con la loro scarsa diffusione.

Il fenomeno delle grandi dimissioni, iniziato con la rivoluzione del mondo del lavoro provocata dalla pandemia di Covid-19, sembra persistere e negli ultimi 12 mesi ha visto il 46% dei lavoratori cambiare lavoro o essere intenzionati a cambiarlo. La percentuale raggiunge il 77% per i lavoratori sotto i 27 anni. Ciononostante, secondo lo studio, il 41% si è già pentito della scelta fatta e non ha ancora trovato quello che cercava.

Un’altra tendenza emergente è quella dei cosiddetti quiet quitter. Si tratta di lavoratori che si limitano a fare il minimo indispensabile e non sono più coinvolti emotivamente nelle attività lavorative, riducendo al minimo le energie impiegate sul lavoro. Questa categoria ad oggi rappresenta ben il 12% dei lavoratori italiani (circa 2,3 milioni di lavoratori). Circa il 6% dei lavoratori invece si trova all’estremo opposto, sono i cosiddetti job creeper che non riescono a smettere di lavorare anche quando dovrebbero dedicarsi alla vita privata. Quasi 1,1 milioni di lavoratori italiani rientrano in questa categoria.

Si tratta di fenomeni che indicano un malessere diffuso, con solo il 7% dei lavoratori che dichiara di essere felice e solamente l’11% che ammette di stare bene in tutte e tre le dimensioni del benessere lavorativo: psicologica, relazionale e fisica. Secondo Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio HR Innovation Practice, la pandemia ha fatto crescere in molti un senso di precarietà e individualismo che porta a non pensare più al lavoro come una priorità e a rivendicare il diritto di avere tempo e spazio anche per le altre sfaccettature della vita. Corso spiega che è compito della Direzione HR comprendere e interpretare il futuro, aiutando l’organizzazione a riprogrammare la propria relazione con le persone.

La Ricerca 2023 dell’Osservatorio HR ha anche rilevato una grande richiesta e, allo stesso tempo, una grande scarsità di competenze in ambito digitale. Una posizione aperta su quattro riguarda le professionalità digitali (l’anno scorso era una su cinque). Secondo lo studio, le figure più ricercate sarebbero quelle specializzate in Big Data & Analytics, Intelligenza Artificiale e Cyber Security.

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