Cultura

LĂ  fuori Festival: dove sono finite tutte?

di Redazione

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Dal 17 al 21 giugno, a Roma, presso il giardino di Villa Lazzaroni, si è tenuto il LĂ  Fuori Festival – Festival della scienza e dell’arte, cinque giornate di eventi, spettacoli, incontri e laboratori esperienziali aperti al pubblico che combinano esperimenti artistici e scientifici, meraviglie della scoperta, teatro, musica e discussioni sul presente e sul futuro. S-citizenship ha partecipato ad una selezione di eventi. 

Domenica 18 giugno si è svolto il dialogo sul tema “Alla ricerca di un confine digitale”, evento incentrato sui temi della creativitĂ  e dell’IA che si poneva l’obiettivo di rispondere alle domande: qual è il confine tra la nostra immaginazione e quella digitale? L’intelligenza artificiale è diventata creativa? Potrebbe diventare un mezzo per nutrire la nostra inventiva? 

All’incontro moderato da Davide Coero Borga, volto della redazione scientifica di RaiCultura, hanno partecipato Luigia Carlucci Aiello, considerata la madre dell’intelligenza artificiale in Italia e pioniera degli studi sull’apprendimento delle macchine, Teresa Numerico, professoressa associata in logica e filosofia della scienza all’UniversitĂ  Roma Tre ed esperta di aspetti etici, politici e sociali dell’era digitale, e Raffaele Petralla, fotografo documentarista e docente di fotografia. 

Se certi lavori costruiti dall’intelligenza artificiale sono così ben fatti che anche un bravo fotografo potrebbe non riconoscerli, come sottolineato da Petralla, e l’intelligenza artificiale può essere un ottimo assistente per facilitare la creativitĂ , ciò non toglie che l’IA non deve generarla o gestirla al nostro posto. Come ribadito da Carlucci Aiello, il controllo deve rimanere nelle nostre mani. Numerico ha ricordato, tra le altre cose, che l’IA funziona grazie ai dati inseriti da noi nella rete e che, per questo motivo, è di estrema importanza acquisire una consapevolezza sull’estesa quantitĂ  di dati che stiamo producendo. 

Il 20 giugno si è tenuto il dialogo “Dove sono finite tutte?”, dedicato alle donne nei campi della scienza, dell’arte e della conoscenza. L’evento era incentrato su come, quando si pensa a chi ha dato il suo nome a teorie, equazioni, brani musicali, testi teatrali o opere d’arte, è difficile che venga in mente una donna e si è parlato delle disuguaglianze di genere nei contesti di produzione del sapere. 

All’incontro hanno partecipato Flavia Zucco, dirigente di ricerca presso l’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare del CNR di Roma e membro del direttivo dell’European Platform for Women in Science, Vera Gheno, sociolinguista specializzata in comunicazione digitale, e Veronica Montanino, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. 

Gheno si è espressa sul problema dell’inspiration porn, pratica che consiste nell’utilizzare le donne come veicolo motivazionale, non tanto per la qualità dei traguardi raggiunti, ma per il fatto di essere riuscite ad ottenere dei risultati “nonostante” il loro genere

Montanino ha sottolineato come sia innaturale che le donne vengano discriminate in contesti artistici, considerando che “se c’è qualcosa di davvero femminile è l’arte, perchĂ© è un processo generativo che ha a che fare col mettere al mondo qualcosa di nuovo”. 

Le ospiti hanno anche risposto alle domande dei partecipanti. In particolare, è stato chiesto quale fossero le buone pratiche culturali da inserire nelle organizzazioni per accogliere le donne al meglio e Zucco ha ribadito l’importanza per le donne di “fare rete” tra di loro, assumendo una maggiore consapevolezza della discriminazione e condividendo certe esperienze. 

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