Mercoledì 5 luglio, presso l’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, si è tenuta la Conferenza Nazionale sul clima 2023, organizzata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. L’evento si proponeva di fornire una panoramica sulla situazione in Italia in relazione al cambiamento climatico, soprattutto per quanto riguarda l’alternanza tra alluvioni e siccità , e di rispondere alle domande: “Come il cambiamento climatico in corso sta incidendo sulla risorsa idrica e la gestione di eventi estremi? E come imprese e istituzioni si stanno muovendo per affrontare alluvioni e siccità ?”.
I lavori sono stati introdotti dal Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Picchetto Fratin che ha ringraziato, in un intervento video, la Fondazione per lo sviluppo sostenibile per il contributo che fornisce nella lotta al cambiamento climatico. Nel suo intervento, ha ricordato l’importanza di trovare una soluzione immediata al riscaldamento globale, anche in vista dell’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030. Il Ministro ha ricordato come la gestione dell’acqua sia la prima e più importante sfida da affrontare e che per farlo è necessario tenere in forte considerazione la spinta scientifica, culturale e, soprattutto, giovanile.

La prima delle tre sessioni è stata dedicata all’inquadramento del legame tra crisi climatica e risorsa idrica, anche con la presentazione di alcune proposte di intervento per la nazione. Sono intervenuti Roberta Boscolo, Responsabile clima ed energia della World Meteorological Organization e Andrea Barbarella, Coordinatore e responsabile scientifico di Italy for Climate.
Boscolo ha riportato alcuni dati allarmanti sul cambiamento climatico, tra i quali l’aumento della quantitĂ di CO2 nell’atmosfera, che ha raggiunto livelli mai registrati negli ultimi 100 mila anni e i nuovi record segnati ogni anno dalla temperatura degli oceani. Secondo Boscolo, un clima piĂą caldo aumenta la quantitĂ e l’intensitĂ delle precipitazioni durante gli eventi umidi, e questo amplificherĂ la gravitĂ delle inondazioni. Inoltre, il cambiamento climatico peggiorerĂ la situazione di alcune zone con scarse precipitazioni e diminuirĂ l’umiditĂ , comportando un elevato pericolo di siccitĂ e mettendo a rischio, tra le altre cose, l’agricoltura e la sicurezza alimentare, avendo inoltre un grave impatto sullo sviluppo economico e sociale.
Barbarella ha ricordato come l’Italia sia al centro dell’hotspot climatico del Mediterraneo e sia quindi un territorio particolarmente esposto al riscaldamento globale. Barbarella ha anche spiegato che l’Italia è il paese europeo con il piĂą alto stress idrico in Europa: dagli inizi del ‘900, in Italia l’acqua disponibile si è ridotta del 20% e con la crisi climatica questo dato potrebbe ancora peggiorare. “Se non riusciamo a cambiare passo potremmo perdere un altro 40% da qui ai prossimi decenni e in alcune zone, come nelle isole, si arriverebbe al 90%”, ha aggiunto Barbarella.
La seconda sessione della Conferenza ha visto un confronto tra amministrazioni e imprese con il fine di discutere sfide e soluzioni in tre settori chiave nell’ambito del legame fra acqua e clima, ovvero ciclo idrico, agricoltura e idroelettrico. Per quanto riguarda il ciclo idrico, sono intervenuti Yuri Santagostino, Presidente del Gruppo CAP, e Alessandro Bratti, Segretario Generale Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. In particolare, Bratti ha approfondito sui recenti eventi estremi dell’Emilia-Romagna, spiegando che le precipitazioni cumulate hanno superato i massimi storici, arrivando a 4 miliardi di metri cubi su un territorio di 1600 chilometri quadri. “Questo evento è arrivato dopo due anni circa di crisi idrica”, ha detto Bratti. “Per trovare una soluzione occorre maggior sinergia tra i soggetti che usano la risorsa idrica, maggiore digitalizzazione e innovazione tecnologica per una gestione più sostenibile della risorsa e una relazione con le politiche per il clima”.
Sul tema dell’idroelettrico, sono intervenuti Giuseppe Argirò, Amministratore delegato del CVA, e Antonella Frigerio, Vicedirettore di Dipartimento Sviluppo sostenibile e fonti energetiche dell’RSE. Frigerio ha illustrato alcune pratiche che consentirebbero di sostenere l’idroelettrico in Italia: attrarre gli investimenti semplificando il permitting dei progetti per l’adeguamento, ripristinare e costruire nuove dighe e impianti, avviare tavoli tecnici-istituzionali di confronto per migliorare la sostenibilità degli impianti, coordinare e ottimizzare gli usi plurimi delle acque degli invasi artificiali e affrontare il nesso acqua-energia in modo integrato.
Per il tema dell’agricoltura, sono intervenuti Stefano Laporta, Presidente dell’ISPRA e Mauro Fontana, Presidente di Mutti. “L’agricoltura è uno dei settori più a rischio a causa del cambiamento climatico”, ha spiegato Laporta nel suo intervento, mentre Fontana ha approfondito delle pratiche sostenibili portate avanti dall’azienda Mutti.
L’ultima sessione è stata dedicata a una tavola rotonda di interlocutori politici per la discussione del PNIEC – il Piano nazionale energia e clima – e le strategie per mitigare la crisi climatica accelerando sulla via della transizione energetica. Hanno partecipato Alberto Luigi Gusmeroli, Presidente della Commissione Industria della Camera dei Deputati, Luca De Carlo, Presidente della Commissione Industria del Senato, Chiara Braga della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e Enrico Cappelletti della Commissione Industria della Camera dei Deputati. Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ha ricordato che è importante accelerare la transizione energetica per il clima perché il suo rallentamento contribuisce ad aggravare la crisi climatica che colpisce duramente l’Italia.