La campagna di ricerca estiva 2022-2023 del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) ha preso il via presso la base antartica italo-francese di Concordia, finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e gestita da ENEA per la pianificazione logistica e dal CNR per la programmazione scientifica. Il primo gruppo di tecnici è arrivato, ponendo fine al lungo periodo di isolamento per i 13 invernanti del 18° winterover, che hanno svolto attività di ricerca e manutenzione della base in condizioni estreme, con temperature esterne fino a -80°C, che l’hanno resa irraggiungibile per nove mesi.
Fino a febbraio 2023, 45 ricercatori, 27 italiani e 18 francesi, lavoreranno alla stazione in 30 progetti di ricerca su astronomia, scienze della terra, fisica e chimica dell’atmosfera, climatologia e medicina. Il PNRA sarà responsabile di 17 progetti, l’Istituto polare francese Paul Emile Victor (IPEV) di 11, mentre 2 saranno gestiti congiuntamente. Successivamente, i 13 nuovi invernanti del 19° winterover, 6 italiani, 6 francesi e 1 medico tedesco dell’Agenzia spaziale europea (ESA), si occuperanno del mantenimento dell’infrastruttura e delle attività di ricerca invernali, tra cui 9 progetti di biomedicina in collaborazione con l’ESA.



In supporto ai vari progetti di ricerca, Concordia avrà anche 35 tecnici del PNRA e dell’IPEV che si occuperanno della gestione della base e del carico e scarico dei voli che trasportano personale, cibo e strumentazione scientifica. Inoltre, gestiranno le operazioni legate alle “traverse”, i convogli trainati da slitte che muovono combustibile e materiali pesanti dalla costa alla stazione di Concordia. La stazione Concordia darà anche supporto al campo remoto di Little Dome C, distante circa 40 chilometri, dove è in corso il progetto europeo Beyond Epica Oldest Ice, il più grande studio sui cambiamenti climatici.
Secondo Rocco Ascione dell’ENEA, station leader di Concordia, “questo inizio di stagione a Concordia è fortemente condizionato dalle temperature ancora molto basse, che rimangono per gran parte della giornata al di sotto dei -45°C, circa 5°C in meno rispetto a quelle degli anni passati. In queste condizioni il lavoro all’esterno diventa estremamente difficoltoso: anche nelle giornate poco ventose il personale è stato esposto a un windchill fino a -65°C. Siamo comunque riusciti a riportare in superficie le attrezzature e i mezzi di trasporto dal loro ricovero invernale, costruito sotto il ghiaccio dove la temperatura si mantiene costante intorno ai -50°C anche durante il lungo inverno antartico“.